fiscalista · content curator · apprendista stoico

Abitudini o pratica?

Sappiamo tutti che le abitudini plasmano la nostra identità e, di riflesso, il nostro destino. Il consiglio più diffuso è di rendere tali abitudini così piccole da poterle incorporare facilmente nella nostra routine giornaliera.

Le abitudini tendono a stabilizzarsi nella nostra vita per un periodo più lungo rispetto alle motivazioni, le quali, come ben sappiamo, possono essere presenti oggi e scomparire domani.

Se sei tra quelli che ha difficoltà ad introdurre abitudini positive nella propria esistenza, o peggio ancora ad eliminare quelle cattive così difficili da estirpare come la gramigna, un semplice cambio di prospettiva può facilitare l’approccio.

Recentemente ho iniziato a preferire l’utilizzo del termine “fare pratica” al posto di “abitudine”. Non è soltanto una questione di terminologia, ma riflette un cambiamento più profondo nel mio approccio.

Fare pratica per me significa fare qualcosa di utile per me stesso il cui beneficio è pressoché garantito. È questo esercizio costante a trasformarsi gradualmente in abitudini positive, che a loro volta si rifletteranno positivamente sul mio futuro sé.

A volte l’idea di introdurre un’abitudine positiva o di estirparne una pessima mi sembrano una forzatura, un obbligo difficile da sostenere. Al contrario, l’idea di fare pratica, cioè di allenarmi, risuona più con il mio modo di essere e di affrontare la vita quotidiana e il percorso di crescita personale.

“La vita è allenamento”

cit.