Come ogni novembre il giorno 30 si porta in dote il secondo – o unico – acconto delle imposte sui redditi.
Queste le 10 cose da sapere:
- Si chiama acconto non anticipo: non è solo un fatto semantico, ma sostanziale
- L’acconto per le partite IVA è diviso in due rate quasi sempre uguali – giugno e novembre – ed è pari all’imposta dovuta per l’anno precedente
- L’acconto è fastidioso, ma non è ingiusto: non è vero che si versa su soldi non ancora guadagnati, si tratta di un “acconto su guadagni in corso” (immagina di versare un acconto ad avanzamento lavori)
- Le imposte si pagano in corso d’anno e non per l’anno precedente come comunemente si pensa: soltanto la base di calcolo è quella dell’anno prima, l’alternativa sarebbe quella di versarle “a muzzo”, ovvero a caso.
- Se la base di riferimento dell’anno prima non ti piace (cioè non è reale) nulla ti vieta di versare un importo diverso
- Per questo motivo sono previsti due metodi di calcolo:
- il metodo storico con il quale versi l’imposta dovuta sul reddito dell’anno precedente
- Il metodo previsionale con il quale calcoli l’imposta effettivamente dovuta per l’anno in corso
- Con il metodo storico sei in una botte di ferro, il calcolo è corretto. Con il metodo previsionale devi simulare una dichiarazione dei redditi già in questo periodo, ovvero novembre, e in alcuni casi potrebbe essere complicato
- Il metodo previsionale ha senso soltanto se il tuo reddito è significativamente più basso rispetto a quello dell’anno prima, nel dubbio versa con il metodo storico
- Se il versamento dell’acconto non è sufficiente puoi versare il conguaglio (saldo) l’anno successivo. Se hai versato meno di quanto previsto dal metodo storico ti viene in soccorso il ravvedimento operoso
- Se hai versato troppo hai a disposizione un credito da utilizzare in compensazione sul modello F24
Consigli operativi per il versamento degli acconti:
- versa il primo acconto, quello di giugno, secondo il metodo storico
- a novembre hai un’idea più precisa della tua redditività dell’anno, valuta se è il caso di ricorrere ad una riduzione del secondo acconto soltanto in presenza di notevoli scostamenti
- se hai cessato la partita IVA e non stai lavorando è inutile versare acconti su redditi inesistenti anche se previsti dal metodo storico
- se hai iniziato l’attività quest’anno probabilmente non hai acconti da versare, in tal caso ti troverai a versare tutte le imposte dovute il prossimo anno, quelle di quest’anno e gli acconti per il prossimo
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