Perché il ravvedimento operoso è uno strumento da sfruttare più spesso.
Ne avevo già parlato in questo articolo sull’opportunità di utilizzare il ravvedimento operoso come mezzo di finanziamento.
A nessuno piace pagare le tasse, sia che si chiamino imposte sul reddito o contributi previdenziali sono un fastidio con cui dobbiamo convivere, tanto vale utilizzare gli strumenti che ci vengono concessi per renderle meno costose.
Un esempio numerico chiarisce quanto costa rinviare il pagamento delle tasse.
1 – Devo versare al fisco 1.000 euro di IRPEF che deriva dalla mia dichiarazione dei redditi. Non avendo liquidità su consiglio del mio fiscalista decidiamo di effettuare il pagamento dopo 100 giorni quando incasserò una grossa fattura. Il costo dell’operazione è di 37,50 euro più gli interessi.
2 – Alla scadenza prevista il mio cliente non mi paga la fattura e decido di non versare le tasse. Aspetterò l’avviso bonario con le relative sanzioni ridotte. So già che saranno circa 100 euro più gli interessi, cioè circa due volte e mezzo quelle previste dal ravvedimento operoso pagando entro 30 giorni dal momento in cui lo riceverò.
3 – Purtroppo alla scadenza prevista sono di nuovo a corto di liquidità e non riesco a rispettare i tempi dell’avviso bonario. Aspetterò la cartella da Agenzia Entrate Riscossione ed eventualmente richiederò una rateazione. Le sanzioni che mi applicheranno saranno circa €300 + gli interessi + l’aggio. Chiedendo una rateazione verranno applicati anche i relativi interessi.
Morale della favola:
Non essendo riuscito a pagare con il ravvedimento operoso 100 giorni dopo la scadenza le sanzioni sono maggiorate di otto volte! Aggiungendo gli interessi e l’aggio per la riscossione il costo è circa dieci volte tanto.
Occorre, quindi, fare una riflessione prima di decidere di quanto rinviare i pagamenti delle tasse senza ricorrere, in caso di scarsa liquidità temporanea, al ravvedimento operoso.
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