Ho avuto spesso la convinzione che per raggiungere i propri obiettivi occorresse avere forti motivazioni.
Non che le motivazioni non servano, ma ne ho sopravvalutato l’importanza.
Quando sei fortemente motivato è più facile raggiungere gli obiettivi, mantenere il focus sugli impegni, viceversa quando le motivazioni non sono sufficienti i risultati tardano ad arrivare.
Ma dove sta l’errore?
La motivazione presuppone che per fare qualcosa tu debba essere dell’umore giusto.
Questo è l’errore.
Occorre cambiare il punto di vista: essere motivati o meno è irrilevante, quello che conta è la disciplina.
La disciplina riesce a separare lo stato d’animo del momento dal compito da svolgere, taglia il legame tra sentimento e azione.
Soltanto dopo ti sentirai bene, soddisfatto di aver agito portando a termine il tuo compito.
Inseguire la motivazione significa pretendere di sentirsi bene prima di compiere un’azione, la disciplina sposta il momento della soddisfazione a dopo l’aver agito.
Le motivazioni oggi ci sono e domani no, se confidi su di loro stai cercando di avere voglia di fare qualcosa.
La forza della disciplina è agire anche se non se ne ha voglia, lo stato d’animo migliorerà dopo, non prima.
Ma come si coltiva la disciplina?
E’ la parte più complessa. Il modo più efficace è promuoverla a piccoli passi.
Modificando le abitudini poco alla volta, introducendole gradualmente nella nostra vita si possono fare passi da gigante.
La disciplina si costruisce.
La motivazione è un atteggiamento controproducente nei confronti della produttività.
Ciò che conta è la disciplina.
Ispirato dall’articolo: Screw motivation, what you need is discipline
Copertina: Photo by Andrea Piacquadio from Pexels
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