Mettersi in proprio: tre cose da sapere per non sbagliare

Quando intraprendi un’attività in proprio ci sono tre decisioni da prendere prima di cominciare:

  1. Il tipo di attività che intendi svolgere
  2. Se vuoi lavorare da solo o con dei soci
  3. Il regime contabile e fiscale che adotterai

La scelta iniziale condiziona il prosieguo di tutta l’attività futura.

Codice attività

Il codice attività o Codice Atecoindividua l’attività economica che puoi svolgere nell’ambito della tua impresa o professione.

E’ una scelta delicata da effettuare prima di cominciare poiché gli effetti si ripercuotono su altri aspetti da considerare come gli ISA (indicatori sintetici di affidabilità fiscale) che hanno sostituito gli studi di settore.

In alcuni casi il codice attività si ripercuote anche sulle abilitazioni necessarie per svolgere la tua attività,  ad esempio un avvocato o un medico, ma anche un bar o un’impresa di pulizie.

Un’altra conseguenza diretta é l’aspetto previdenziale: occorre l’iscrizione all’INPS o ad una Cassa di previdenza privata?

Sei un artigiano, un commerciante o un libero professionista?

Una lista completa dei  1.224 codici attività esistenti racchiusi in 21 sezioni la trovi qui sotto.

La scelta non manca.

1. Impresa individuale o società

Sono un sostenitore del “piccolo é bello”, “meglio da soli che male accompagnati”, strenuo difensore dei solopreneur.

Io stesso lavoro solo con loro, vediamo le differenze.

– Vantaggi dell’impresa individuale

Il vantaggio principale è la libertà d’azione.

Ogni decisione è tua. Ogni onore é tuo. Ogni cliente è tuo.

Non devi confrontarti con i soci per decisioni strutturali, investimenti, per i cambiamenti di rotta o qualsiasi altra decisione ordinaria da prendere nel quotidiano.

I costi di gestione sono inferiori e le procedure operative sono più snelle.

Lo svantaggio é che sei solo.

Se ti fanno paura la solitudine e le responsabilità dovresti valutare un’alternativa alla libera professione individuale o impresa individuale che sia.

– Vantaggi della società

Ci sono progetti che richiedono investimenti di capitali e di competenze che non sono tutte racchiudibili contemporaneamente nella tua persona.

Occorre valutare una forma di collaborazione regolamentata come la società o l’associazione tra professionisti.

Esistono due forme di società:

La società di capitale che ha costi più elevati e regole più ferree, ma con il vantaggio di essere sganciata dal patrimonio personale: l’eventuale insuccesso dell’attività si ripercuote esclusivamente sui beni della società stessa e non su quelli personali.

La società di persone, più snella nelle procedure e solitamente con investimenti e costi inferiori.

Spesso viene fatta tra familiari o amici.

Il patrimonio dell’attività, così come nell’impresa individuale, diventa un tutt’uno con quello personale.

Vantaggi e svantaggi sono evidenti.

Suggerimento: mettersi in società con una persona che non conosci equivale ad un matrimonio combinato: lo faresti?

2. Regime contabile e fiscale

I regimi contabili esistenti oggi sono tre.

Ogni regime contabile è naturale, ovvero conseguenza diretta del volume d’affari e dell’inquadramento fiscale.

  • Regime contabile ordinario
  • Regime contabile semplificato
  • Regime forfetario

Il regime dei minimi, ancora esistente, non è più adottabile poiché è stato sostituito dal regime forfetario.

Nota: il regime forfetario non è un regime contabile in senso stretto poiché gli adempimenti previsti sono quasi inesistenti. E’ giusto citarlo perché rappresenta comunque un’alternativa.

Come scegliere il regime contabile

La scelta del regime contabile è subordinata alla forma d’impresa e al volume d’affari.

La contabilità ordinaria è obbligatoria per le società di capitale e per le imprese che superano un certo volume d’affari, ovvero

  • 400mila euro per chi opera nei servizi
  • 700mila per gli altri settori

Negli altri casi è opzionale.

Il regime semplificato e il regime forfetario sono naturali per le imprese e i professionisti di micro dimensioni. In entrambi i casi sono subordinati al volume d’affari indicato sopra.

Se superi il volume d’affari devi applicare la contabilità ordinaria, al di sotto sei naturalmente incluso nella contabilità semplificata senza effettuare scelte.

La contabilità ordinaria è l’unico regime contabile che può essere adottato da chiunque.

3. Vantaggi e svantaggi dei regimi contabili

La contabilità ordinaria è il sistema più oneroso da applicare e richiede l’apprendimento di una tecnica contabile (partita doppia) e delle risorse interne all’azienda da dedicare.

Di contro è l’unico sistema che permette un controllo assoluto dei conti aziendali.

La contabilità semplificata è più facile da apprendere e da applicare. E’ per sua natura meno costosa, ma non fornisce dati completi sull’andamento aziendale.

È la più utilizzata dato l’alto numero di piccolissime imprese esistenti in Italia.

È finalizzata, di fatto, a fornire i dati per un bilancino ad uso interno e per la dichiarazione dei redditi.

Nel regime forfettario la contabilità non esiste, nel senso che non è richiesta dalla legge.

Potrebbe sembrare un grande vantaggio perché azzeri i costi per la sua gestione, ma siamo sicuri che non tenere una contabilità sia un vantaggio?

Se scegli il regime forfetario fallo per altri motivi, non per questo.

L’unico vero indiscutibile vantaggio del regime forfettario é la riduzione drastica del numero degli adempimenti fiscali. Tutto il resto è opinabile e da valutare caso per caso.


Foto di copertina: George Milton via Pexels


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