A volte ci capita di presentare la Dichiarazione IVA fuori dai termini previsti, oppure rettificare un modello già inviato. Si può ricorrere al ravvedimento operoso per ridurre le sanzioni al minimo?
Cosa succede se emerge un credito che prima non esisteva? O un debito maggiore del precedente?
Vediamo il caso di presentazione o rettifica di una dichiarazione entro i novanta giorni dalla scadenza.
La Dichiarazione IVA riepiloga le operazioni effettuate durante un intero anno da chi possiede un’attività professionale o imprenditoriale.
Si riportano tutte le operazioni che hanno impatto sull’IVA e l’invio è esclusivamente telematico; Entratel e Fisconline sono i due canali dedicati per la trasmissione dei dati all’Agenzia delle Entrate.
Scadenza della Dichiarazione IVA
La scadenza prevista per l’invio telematico è il 30 aprile 2021. Dal 1 febbraio 2021 si può già presentare e se la trasmetti entro fine febbraio sei esonerato dall’invio della Comunicazione Dati IVA relativa al quarto trimestre 2020.
In base alla data di presentazione – se successiva alla scadenza prevista – si verificano tre differenti tipologie di dichiarazione:
- Dichiarazione IVA integrativa, nel caso ne esista una valida già presentata (Ravvedimento: SI’)
- Dichiarazione IVA tardiva, se presentata nei primi novanta giorni successivi alla scadenza (Ravvedimento: SI’)
- Dichiarazione IVA omessa, se presentata oltre i novanta giorni successivi alla scadenza, oppure non presentata affatto (Ravvedimento: NO)
La correzione (o integrazione) di una dichiarazione presuppone che ne esista una già inviata; a seconda del momento di presentazione si hanno differenti conseguenze.
1 – Rettifica della Dichiarazione IVA entro la scadenza
La dichiarazione “correttiva nei termini”
Se ti accorgi di dover modificare qualche dato entro la scadenza di presentazione, occorre inviare la dichiarazione “nuova” barrando la casella “Correttiva nei termini” che trovi sul frontespizio.

Non sono previste sanzioni di alcun tipo poichè non ci sono ritardi nella presentazione.
Se emerge un maggior credito lo utilizzo in compensazione, in caso di un maggior debito procedo al suo versamento con le sanzioni ridotte del ravvedimento operoso
2 – Rettifica della Dichiarazione IVA entro 90 giorni dalla scadenza
La dichiarazione “integrativa”
Se l’invio della correzione avviene dopo la scadenza, ma entro 90 giorni si può sanare il ritardo attraverso il ravvedimento operoso:
Prima di procedere all’invio della “nuova” dichiarazione devi indicare nella casella “Dichiarazione integrativa” alternativamente il codice:
- per correggere una dichiarazione entro il quinto anno dalla scadenza originaria
- per rettificare una dichiarazione in base ad una specifica comunicazioni inviata dall’Agenzia delle Entrate, lettera di “compliance“, termine inglese utilizzato per addolcire la richiesta di adempimento

Anche in questo caso si può compensare un maggior credito IVA, nonchè regolarizzare un maggior debito che in precedenza non esisteva.
Quanto costa la ritardata presentazione?
Il costo amministrativo del ritardo è 28 euro, nel caso di errori che non possono essere rilevati ad un controllo formale, mentre non devi nulla nel caso opposto.
Perchè si paga 28 euro?
La sanzione base prevista è 250 euro; il ravvedimento operoso prevede il pagamento di 1/9 della sanzione – (250 euro / 9 = 27,78 euro)
Consiglio di versare la sanzione al momento della presentazione della dichiarazione.
Per quanto riguarda il versamento dell’eventuale maggiore debito IVA che emerge dalla nuova dichiarazione puoi usufruire delle agevolazioni offerte dal ravvedimento operoso.
La sanzione ordinaria del 30% dell’imposta è ridotta alle percentuali sotto riportate.
Occorre anche aggiungere gli interessi legali dalla scadenza originaria a quella del versamento.
Troppo difficile?
Qui trovi uno strumento gratuito che ti aiuta nel calcolo.

3 – Presentazione della Dichiarazione IVA entro i 90 giorni dalla scadenza
La dichiarazione “tardiva”
Se la dichiarazione viene presentata per la prima volta oltre la scadenza naturale, ma entro 90 giorni si ha la cosiddetta dichiarazione tardiva.
E’ valida a tutti gli effetti a condizione che:
- presenti la dichiarazione omessa entro 90 giorni
- versi 25 euro con il modello F24 quale sanzione per la tardività (1/10 della sanzione base ordinaria prevista in questi casi, ovvero 250 euro)
Il versamento tardivo dell’IVA a debito è soggetto agli interessi legali; la sanzione ordinaria è il 30% dell’imposta, che puoi ridurre secondo lo schema seguente:

Una dichiarazione IVA presentata per la prima volta oltre i novanta giorni dalla scadenza non può essere oggetto di ravvedimento.
Foglio di calcolo per la gestione del ravvedimento operoso

E’ un semplice foglio di calcolo utilizzabile con Libre Office – Open Office per aiutarti a calcolare sanzioni e interessi per il tuo Ravvedimento operoso.
Vai alla pagina dedicata, è uno strumento gratuito
Consiglio operativo
Richiedi un parere al tuo consulente di fiducia oppure al sottoscritto attraverso il modulo di contatto; è meglio verificare caso per caso vista la complessità della normativa.
Esiste anche la possibilità di rettificare una dichiarazione, regolarmente presentata nei termini, oltre i novanta giorni dalla scadenza usufruendo di sanzioni agevolate. Nella circolare sottostante trovi le casistiche che non ho trattato nell’articolo.
Fonte:
Circolare 42 del 12/10/2016
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